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Georgia, le proteste contro il progetto di legge sugli agenti stranieri

In questi giorni centinaia di persone manifestano davanti al Parlamento e per le strade di Tblisi per  il controverso progetto di legge sull’influenza straniera di stampo filo russo. Gli organizzatori della “Marcia europea” chiedono  alle autorità di annullare la seconda lettura del disegno di legge prevista lunedì.

Il progetto di legge era stato proposto a marzo 2023, ma dopo le massicce proteste il governo fu costretto a ritiralo, con il benestare dell’Ue e degli Usa.

A distanza di un anno, lo stesso partito che è al potere Sogno georgiano, ha riproposto la controversa legge sugli agenti stranieri. Il monito degli Usa e dell’Ue e le proteste non sono serviti.

La presidente della Georgia Salomè Zourabichvili  porrà il veto al controverso progetto di legge sugli agenti stranieri,  ha annunciato il suo collaboratore citato dai media locali.

“Sono preoccupato per le iniziative legislative del parlamento georgiano che rischiano di allontanare la Georgia dall’Europa. Gli Stati Uniti si esprimeranno sempre in difesa dei diritti umani per tutti, comprese le libertà di espressione e di riunione pacifica” ha scritto su X Jim O’Brien, Sottosegretario di Stato americano per gli affari europei e asiatici.

Cosa prevede il disegno di legge sugli agenti stranieri

Il disegno di legge impone alle organizzazioni che accettano più del 20% dei fondi dall’estero di registrarsi come agenti stranieri per non incorrere in multe.
Per il primo ministro Irakli Kobakhidze lo scopo della legge è garantire la trasparenza finanziaria delle ONG. Mentre per  l’opposizione e i media, la proposta di legge sugli agenti stranieri è molto simile alla legge russa, approvata nel 2012 per reprimere il dissenso e ostacolare il giornalismo indipendente.  Inoltre contraddice l’integrazione della Georgia in Ue. Infatti, per i critici “i promotori del disegno di legge non vedono l’Occidente come un partner strategico e cercano di demonizzare l’Occidente come “potenza straniera” e le organizzazioni che ci  lavorano.”

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