Nelle prime ore di lunedì 30 settembre i russi hanno lanciato un’ ondata di attacchi con missili e droni contro le città ucraine.
L’aeronautica ucraina ha monitorato circa 76 droni, tra cui un missile balistico Iskander-M dalla Crimea occupata, un missile teleguidato X-59/69 sulla regione di Zaporizhia, un missile antiradar X-31P sul Mar Nero e 73 droni d’attacco Shahed lanciati dalle regioni russe di Kursk, Yeisk e Oryol.
Nel complesso, le unità di difesa aerea ucraine sono riuscite ad abbattere un missile X-59/69 e 67 droni Shahed nelle regioni di Kiev, Cherkasy, Vinnytsia, Kirovohrad, Zhytomyr, Poltava, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Mykolaiv.
I droni sono forniti dall’Iran
In una nota i ministri degli Esteri del G7 hanno espresso la loro “più forte condanna” per la fornitura, da parte dell’Iran, di missili balistici alla Russia e hanno chiesto a Teheran di mettere fine al più presto.
“La prova che l’Iran ha continuato a trasferire armamenti alla Russia nonostante le ripetute richieste internazionali di porvi fine – si legge nella nota diffusa dal G7 – rappresenta una ulteriore escalation del sostegno militare iraniano alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
Dal 2022 l’Iran avrebbe forbito armi a Mosca, in particolare droni Shahed. Teheran ha sempre negato, affermando che le consegne sono state effettuate prime dell’invasione russa in Ucraina.
Inoltre, secondo la Casa Bianca, Mosca avrebbe ricevuto anche dei missili balistici. Secondo Reuter, la Repubblica islamica avrebbe firmato un contratto con il ministero degli Esteri russi per la fornitura di missili balistici il 13 dicembre.
“Qualsiasi trasferimento di missili balistici iraniani alla Russia rappresenterebbe una drammatica escalation nel sostegno dell’Iran alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e porterebbe all’uccisione di altri civili ucraini”, ha dichiarato in un comunicato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Sean Savett.