Il pomeriggio del 19 gennaio è iniziata la tregua tra Hamas e Israele. Dopo 471 giorni Hamas ha liberato tre donne israeliane: Doron Steinbrecher, Emily Damari e Romi Gonen. Le donne furono rapite da Hamas durante il massacro del 7 ottobre 2023.
This is what we’ve been fighting for, for over 471 days. Welcome home Emily, Doron and Romi 🇮🇱 pic.twitter.com/VIXyaP1ntY
— Israel Defense Forces (@IDF) January 19, 2025
Reunited at last. pic.twitter.com/l91srqby5c
— Israel Defense Forces (@IDF) January 19, 2025
In cambio lunedì mattina Israele ha rilasciato 90 detenuti, tra cui alcuni condannati per terrorismo.
La maggior parte dei detenuti sono stati condotti nella città di Beitunia, in Cisgiordania, dove una folla di centinaia di persone ha applaudito e intonato canti e alcuni sono saliti sul tetto dell’autobus di testa e hanno srotolato le bandiere di Hamas.
Secondo l’accordo, in questa prima fase Hamas dovrà liberare altri 33 ostaggi.
Ad oggi Hamas tiene in ostaggio ancora 95 persone, le autorità israeliane temono che un terzo siano morti.
Dopo l’entrata in vigore dell’accordo, il partito di estrema destra Otzma Yehudit ha abbandonato la coalizione di governo, dando seguito alla sua minaccia di andarsene se Israele avesse accettato un accordo di cessate il fuoco con Hamas nella Striscia di Gaza.
Nella lettera di dimissioni il presidente del partito Otzma Yehudit, Ben Gvir, ha definito “l’accordo di resa al terrore del primo ministro, che supera tutte le linee rosse ideologiche”.
Il cessate il fuoco costituisce “una vittoria completa per il terrorismo”, ha dichiarato Ben Gvir, aggiungendo che “non intendiamo lavorare per rovesciare il governo da voi guidato, ma sulle questioni ideologiche voteremo secondo la nostra prospettiva e la nostra coscienza”.
“Non torneremo al tavolo del governo senza una vittoria completa contro Hamas e la piena realizzazione degli obiettivi della guerra”, ha aggiunto.
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